La tematica della corretta informazione, attraverso una comunicazione responsabile da parte di tutti gli attori delle filiere frumento, si ripropone, purtroppo, per il nostro comparto, in maniera ricorrente. Non intendo ovviamente ripercorrere l’elenco delle vere e proprie fandonie, a tutti note, succedutesi e venute all’onore delle cronache nel corso degli anni – complice anche la preoccupante assenza di un’autorevole azione informativa, istituzionale o meno, che di fatto ha consentito ad alcune fonti di imperare in materia di comunicazione senza incontrare grandi ostacoli – ma mi soffermerei piuttosto su ciò che può essere messo in campo per contrastare un fenomeno deleterio per tutti gli operatori della filiera e per i consumatori in primis.
OCCORRE UN’AZIONE DI COMUNICAZIONE CONGIUNTA E CONDIVISA
Questi fenomeni disinformativi sono ovviamente presenti e costatati anche negli altri Paesi comunitari; in questo caso tuttavia, la loro rilevanza e incisività, intesa come capacità di influire sulle scelte e le convinzioni dei consumatori, appaiono più circoscritte. È evidente che l’attenzione a una corretta e sana alimentazione costituisce un patrimonio culturale del nostro Paese e pertanto la diffusione di notizie o pseudo notizie sulla materia trovano un terreno particolarmente fertile. Il problema, pertanto, risiede nella verifica dell’attendibilità sia dell’informativa, sia di coloro che l’hanno promossa. A questo riguardo, lo sviluppo di una corretta informazione alimentare, non meramente circoscritta alla pur essenziale promozione di regimi dietetici, appare fondamentale. Sarebbe ovviamente compito delle istituzioni e dei vari ministeri competenti metterla sistematicamente in atto avvalendosi di un supporto scientifico solido come quello che può essere fornito dai nostri eccellenti Istituti di Ricerca. Ma questo compito spetta anche alle Associazioni di settore attraverso un’azione di comunicazione congiunta e condivisa – da esercitare per esempio attraverso uno strumento come l’interprofessione – che, una volta tanto, si ponga per obiettivo di evidenziare la straordinaria qualità delle nostre produzioni agroalimentari grazie ad un’attenta selezione delle materie prime nazionali o estere che le compongono. Mettendo così fine, al contempo, a interventi e azioni irresponsabili, in particolare da parte di rappresentanze agricole, che danneggiano, anche all’estero, l’immagine della nostra Industria alimentare ma anche delle stesse rappresentanze che privilegiano, nella difesa dei propri legittimi interessi, il ricorso a una disinformazione intenzionale, sistematica e, di conseguenza, poco rispettosa dei consumatori.